POWER CHORDS: TEORIA ED APPLICAZIONI

Il Power Chord

Il Power Chord è stato usato, in una forma o nell’altra, da quasi tutti i grandi chitarristi Blues e Rock. Musicisti con stili così diversi come John Lee Hooker, Chuck Berry, Pete Townshend, Jimmy Page, Jimi Hendrix ed Eddie Van Halen hanno usato tutti il Power Chord con grandi risultati. Capire la teoria basilare del Power Chord dischiude gran parte dei misteri della musica Rock e delle forme ad essa connesse. Il Power Chord talvolta viene chiamato accordo di quinta (o più semplicemente quinta), per esempio E (Mi) 5. L’elemento basilare del Power Chord è l’accoppiamento della nota fondamentale con la sua quinta giusta. Poichè la convenzione musicale insegna che la base di ogni armonia è la triade maggiore o minore, alcuni teorici ritengono gli accordi di quinta in qualche modo “non validi”, semplicemente perchè non contengono una terza maggiore o minore. Resta comunque il fatto che questa famiglia di accordi è diventata parte essenziale del Rock e dei generi musicali consimili e viene ampiamente utilizzata sia dai chitarristi che dai tastieristi.

Power Chord basilare

Provando a suonare la posizione standard di un Power Chord di Mi, si può notare cosa diversifica un accordo di quinta dagli altri accordi. La prima nota dell’accordo è la fondamentale (in questo caso il Mi sulla V corda, al VII tasto) mentre la seconda nota è il Si (IV corda, IX tasto) che è la quinta giusta di Mi sulla stessa ottava. Suonando le due note assieme si ottiene un Power Chord di Mi 5 (che per chiarezza semantica altro non è che un intervallo di quinta giusta di Mi). La semplice combinazione di queste due note, sulla chitarra elettrica distorta, è sufficiente a dare il senso dell’armonia unitamente alla potenza ideale per l’Hard Rock o l’Heavy Metal.

Power Chord esteso

Se aggiungiamo una nota ulteriore, cioè il Mi che si ottiene al IX tasto sulla III corda, non abbiamo fatto altro che aggiungere al precedente Power Chord di Mi la tonica stessa, ma all’ottava superiore. Otteniamo, in questo modo un Power Chord esteso che ha un suono più profondo del suo predecessore e si presta ad ulteriori espedienti ritmici, come diremo in seguito.

Bivalenza del Power Chord

Poichè una triade è costituita dalla fondamentale, dalla terza maggiore o minore e dalla quinta giusta, mancando i Power Chords della terza essi possono essere suonati in luogo di accordi sia maggiori che minori, poichè essi non sono nè l’uno nè l’altro e, quindi, possono svolgere comodamente il ruolo di entrambi.

Il perché del Power Chord

La necessità di introdurre queste forme armoniche semplici nella chitarra ritmica Hard Rock ed Heavy Metal è dettata dall’impossibilità di suonare gli accordi nelle loro posizioni originali sulla chitarra elettrica distorta. La distorsione, come molti già sanno, arricchisce notevolmente di onde armoniche il suono originale. Il risultato di tutto ciò è un suono più profondo e potente, ma anche enormemente più carico di rumore. Uno dei problemi di maggiore interesse per il chitarrista elettrico è proprio la limitazione del rumore, su cui si dirà anche a proposito del Palm Muting. Con il distorsore acceso, alcuni intervalli creano uno sgradevole effetto di sovrapposizione dei suoni che genera un vero e proprio battimento disturbante (interferenza distruttiva). La sensazione percepita dall’orecchio è quella di una fastidiosa vibrazione che confonde l’armonia di ciò che si sta suonando. Gli intervalli di quinta giusta sono tra i pochi a non creare quest’effetto. Anzi, ciò che si viene a realizzare sovrapponendo una nota e la sua quinta giusta è un effetto di potenziamento vicendevole dei due suoni (interferenza costruttiva) che produce una gradevole amalgama definitiva. Il risultato di questo è, per l’appunto, il Power Chord, caratterizzato da tutta la sua potenza ed incisività. E’ proprio per questo motivo, quindi, che più il suono è distorto e ricco in armoniche e più bisogna cercare di impoverire gli accordi di suoni, soprattutto togliendo la terza che da sola è in grado di generare sgradevoli sensazioni di battimento.

Schema dei Power Chords per intervalli di quarta (rivolti di quinta)

Come ben sappiamo, il rivolto di un intervallo di quinta giusta è una quarta giusta. Nessuno, quindi, ci impedisce di suonare i Power Chords anche secondo questo schema. L’intervallo di quarta giusta viene a configurarsi, in tal modo, come una diade costituita da due note l’una sull’altra sulla tastiera che possono essere comodamente suonate con un piccolo barrè costruito su tale coppia di note. Anche in questo caso è di fondamentale importanza aver cura di non suonare altre corde al di fuori della diade che ci interessa. In questo possiamo aiutarci anche con il Palm Muting correttamente eseguito, cioè appoggiando il palmo della mano all’attaccatura delle corde, in prossimità del ponte. La pressione deve essere leggera onde non stoppare completamente la vibrazione delle corde e quindi rischiare che non venga prodotto alcun suono. E’ importante, altresì, ricordare che in queste diadi la nota sita sulla corda sottostante è la fondamentale, mentre la nota situata sulla corda superiore è la sua quinta giusta. Ovviamente l’intervallo, se visto capovolto, è un quarta giusta.

I Power Chords per intervalli di quarta sono delle diadi sistemate su due corde adiacenti che debbono essere suonate con dei piccoli barrè costruiti sempre con lo stesso dito, come se si stesse eseguendo una scala. Lo schema dei suddetti P.C. ricalca fedelmente quello della scala pentatonica minore. Ciò che bisogna visualizzare con più attenzione sono le diadi corrispondenti al centro tonale (accordo di I grado) ed al relativo minore (accordo di VI grado). Da queste due posizioni fondamentali, poi, si cerchi di visualizzare in modo definitivo gli accordi circostanti. La numerazione si riferisce alla diteggiatura corretta di questo schema, la nomenclatura si riferisce agli accordi di cui le diadi sono rappresentative.

Il principio della “nota fissa battente”

Molte ritmiche tipicamente Hard Rock-Heavy Metal utilizzano quel principio da noi ribattezzato della “nota fissa battente”. Esso consiste in un moto di Power Chords che mantiene, però, al basso sempre la stessa note che “batte” le pulsazioni fondamentali del ritmo, che siano esse quarti, ottavi o sedicesimi. La chitarra offre un sensibile vantaggio in tal senso: consente di sfruttare, come nota fissa battente, una corda a vuoto tra i bassi (a scelta, il MI, il LA o il RE). Pertanto, questo modo di fare ritmo nell’Hard Rock e nell’Heavy Metal , predilige le tonalità di MI, LA e RE (maggiori o minori, non fa differenza). L’intro ritmica del brano “Two minutes to midnight” degli Iron Maiden è il più autorevole esempio di questo modo di suonare.

Box ritmici

Con il termine di “Box ritmici” indichiamo delle figure fisse che possono essere trasposte di tonalità in tonalità senza variare la struttura del pattern e che generano in modo naturale numerosi spunti per la realizzazione di un’efficace ritmica Hard Rock-Heavy Metal. Discutiamo insieme l’uso e l’origine dei più comuni box ritmici.

Discussione sui più comuni box ritmici

Esaminiamo ora, con le considerazioni che ne conseguono, i più utilizzati box ritmici.

  1. Accordo di 2 sus. Quest’accordo, per via della sua neutralità, si presta perfettamente ad essere suonato in luogo sia di accordi minori che di accordi maggiori. La mancanza della terza consente persino di arpeggiarlo, anche se l’intensità della distorsione sottostante è molto alta. E’ un perfetto jolly da utilizzare ogni volta che si vuole. Uno degli accordi preferiti da Paul Gilbert.
  1. Power Chord esteso con 7 di dominante. Questo box è stato studiato per poter essere suonato con le corde stoppate attraverso l’espediente del palm muting. I licks ritmici che così si possono ottenere sono numerosi e possono essere mescolati al semplice Power Chord di quinta, sia basilare che esteso. Si avranno così delle ritmiche miste ottenute dalla combinazione di licks e chords.
  1. Accordo min 7 con variante 7/9 sus. La figura qui mostrata è un box assai caro ai migliori chitarristi Hard Rock, su tutti Richie Sambora e Warren De Martini. Il box in questione è stato ispirato dal brano “Forever” degli Skid Row, ove si sente perfettamente scandito nell’intro ritmica. Alternando la nota suonata sulla III corda con il 4 dito a quella suonata sempre sulla III corda, ma con il 1 dito e tenendo sempre fissa la pulsazione della tonica suonata sulla I corda, si ottiene la tipica variazione dall’accordo originario min 7 al successivo 7/9 sus. L’effetto ottenuto è di assoluta potenza ed incisività. Provate.
  1. Triade maggiore con note in scale. Sull’album “7800 Farenheit” di Bon Jovi sono presenti numerosi brani in cui il chitarrista Richie Sambora ha fatto uso di questo box ritmico. Ma per semplicità, anche l’intro del brano “Balliamo sul mondo” di Ligabue si basa sullo stesso box. Si tratta di una triade maggiore suonata con un barrè fatto col primo dito, mentre la altre dita eseguono le note in tonalità (note bianche). Mescolate le note singole con il chord e lavorate molto anche con il palm muting muovendovi in tutte le tonalità. N.B. La nota suonata con il 2 dito è la quarta giusta. Alternandola alla terza maggiore (suonata col 1 dito nel barrè, sulla II corda) si ottiene un tipico effetto Hard Rock caro a tutti gli artisti di questo filone.
  1. Triadi minori con nota in scala. Le triadi minori con nota in scala (la seconda, nella fattispecie), sono un classico esempio di come si possano costruire delle sequenze ritmiche basate su licks misti a chords. Eseguite il box scalarmente stoppando le corde col palmo della mano destra ed ascoltate l’effetto che si ottiene. Questi box sono molto cari ai grandi maestri della ritmica distorta James Hetfield e Dave Mustaine.
  1. Intervalli di terza maggiore e minore. Muovete queste figure lungo tutto il manico secondo l’armonia delle triadi di una tonalità (sapete benissimo che ogni triade costruita su ciascun grado della tonalità vuole o la terza maggiore o quella minore). Costruite quindi dei licks ritmici, sfruttando, magari, il principio già studiato della “nota fissa battente”.

    NB: questo corso monografico (“La chitarra ritmica Hard Rock/Heavy Metal”) è mancante della parte relativa ad illustrazioni, grafiche e degli esercizi originali inclusi nel programma didattico Modern Guitar. Per la versione completa ed approfondimenti contattare lo Studio Musicale.

    Didatticamente Vostro,
    Marco “Mark Joyce” Di Matteo

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Marco "Mark Joyce" Di Matteo

Il mio lavoro di insegnante è la realizzazione di quello che fu un mio sogno di adolescente. Desiderai che qualcuno mi insegnasse la musica e la chitarra con passione, con mirabili capacità di trasmettere, con un metodo che arrivasse dritto al cuore e alle aspirazioni. Desiderai che le mie dita volassero leggere su quello strumento ad emozionare le persone. E non c’è gioia più grande del trovarmi, oggi, a donare tutto questo ai miei studenti.

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