SUONARE CON TIMING: UN PROBLEMA MUSICALE

Quando qualcuno afferma: “Io faccio musica, io suono uno strumento” in realtà non sta dicendo nulla di vero o concreto. Suonare uno strumento, lo abbiamo già visto, può significare mille cose diverse ed enormemente distanti fra loro. Andrés Segovia era solito ripetere: “La chitarra è lo strumento più facile da suonare…male”. Come non essere d’accordo con il leggendario musicista? Questo articolo riguarda una delle cose più difficili per un chitarrista/musicista ed una delle cose che si ritengono più scontate, ma che in realtà non hanno nulla di scontato: il SUONARE CON TIMING, IL SUONARE A TEMPO. Addentriamoci nel tema oserei dire…scottante!

Gli esempi da seguire fanno la differenza

Ho deciso di mettere una foto di Paul Gilbert, in rappresentanza di quest’articolo, poiché questo strabiliante chitarrista è, a mio parere, l’emblema stesso del timing e della perfezione ritmica. Anche quando il nostro si produce nei virtuosismi che tanto lo hanno reso celebre nel mondo, arrivando ad eseguire delle frasi melodiche letteralmente disarmanti (quartine di sedicesimi a 140 ed oltre di metronomo), egli non si allontana mai da quella precisione metronomica che tanto contraddistingue un chitarrista preparato e raffinato (rispetto ad un altro rozzo ed approssimativo). Certo, avrei potuto anche mettere una foto degli altri grandissimi ‘esecutori ultra-tempistici’, ad esempio Dave Mustaine dei Megadeth, Nuno Bettencourt degli Extreme o numerosi altri. Ma Paul ha anche affermato qualcosa che vorrei ricordare a chi legge l’articolo, a chi studia la chitarra o a chi semplicemente la ama: “Ogni frase melodica che suoniamo, per quanto ricercata e sontuosa dal punto di vista delle note che abbiamo scelto, diventa enormemente più significativa se le diamo un carattere ritmico molto incisivo, se le diamo un’impronta di ritmicità assolutamente distintiva”. Beh, suono e insegno la chitarra da molti anni e debbo dire che questa è verità assoluta. Chiunque si stia esercitando nella propria stanza adesso è esortato a provare per credere. Gli esempi da seguire, tempisticamente parlando, debbono trovarsi nella top list dei nostri ascolti quotidiani. Ascoltare buona musica è, anche in questo caso, di enorme importanza.

Suonare a tempo? Una questione per nulla scontata

Chi ritiene di suonare e di fare musica senza dover fare i conti con il timing sta prendendo una grossa cantonata. Avere un concetto di tempo musicale approssimativo non aiuta, anzi, rende decisamente musicisti peggiori. Lavorare duro (per chi non ha questa caratteristica marcatamente innata) per migliorare questa capacità musicale è davvero un’ottima idea. Purtroppo la percentuale di musicisti/chitarristi che trasgrediscono in maniera drammatica questa ‘buona norma della prassi’ è preoccupantemente alta. Il biglietto di presentazione, per un chitarrista che commette troppi peccati di timing, è sempre dei peggiori.

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Didatticamente vostro,
Marco “Mark Joyce” Di Matteo

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Il mio lavoro di insegnante è la realizzazione di quello che fu un mio sogno di adolescente. Desiderai che qualcuno mi insegnasse la musica e la chitarra con passione, con mirabili capacità di trasmettere, con un metodo che arrivasse dritto al cuore e alle aspirazioni. Desiderai che le mie dita volassero leggere su quello strumento ad emozionare le persone. E non c’è gioia più grande del trovarmi, oggi, a donare tutto questo ai miei studenti.

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